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Sushi in fimo: il tutorial per creare i tuoi gustosi accessori!

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In questo tutorial scopriremo come creare dei realistici sushi in fimo o pasta polimerica, da utilizzare come ciondoli per collane o da inserire ad un portachiavi. Qualsiasi uso ne facciate, potranno diventare sicuramente un regalo originale e gradito a chi ama la cucina del Sol levante!

I più esperti di gastronomia giapponese sapranno che il sushi 寿司 racchiude più tipologie distinte in base alla loro forma e si differenzia dal fratello sashimi perché unisce il riso al pesce o alla verdura: abbiamo quindi gli hosomaki (piccoli rotolini di riso circondati da alga nori con ripieno di pesce o verdura), i futomaki, (rotolini un po’ più grandi), uramaki (rotolini con il riso all’esterno e l’alga all’interno), nigiri (striscioline di riso con sopra pesce crudo) onigiri (polpette di riso ovali o triangolari avvolte dall’alga nori con condimento interno) i temaki (coni di alga nori ripieni di riso e condimento) e i gunkan (palline di riso di forma ovale con sopra il condimento e una striscia di alga nori).

Tra tutte queste squisitezze, ho scelto per questo tutorial il futomaki, la mia tipologia di sushi preferita, soprattutto quella che racchiude al suo interno salmone, avocado e kanpyō, zucca giapponese marinata in striscioline!

Vediamo ora di cos’abbiamo bisogno:
MATERIALI

  • Fimo Soft (molto più maneggiabile e setoso, ci consente di lavorare la nostra creazione con più facilità, senza fare troppa fatica per ammorbidirla)
  • Colori: arancione, bianco, giallo, verde chiaro, marrone, nero

STRUMENTI

  • roller o un piccolo mattarello
  • cutter
  • gancetto (ci servirà per creare il nostro ciondolo)
  • vernice lucida per fimo (per dare maggior brillantezza alla nostra opera d’arte!)

Creare questo sushi sarà molto più semplice con l’aiuto di questo video tutorial.

Video a cura di Emilio Mantova

PROCEDIMENTO
Iniziamo creando il salmone!
Seguendo il tutorial nel video, prendiamo una striscia di fimo arancione e la lavoriamo fino a farla diventare un rotolino più o meno lungo. Prendiamo poi la stessa porzione di fimo, questa volta di colore bianco, e la lavoriamo allo stesso modo ottenendo un altro rotolino.

Con l’aiuto del cutter tagliamo il rotolino arancione per lungo in 4 parti mentre dal rotolino bianco tagliamo 3 strisce più sottili che adageremo sopra le parti arancioni, alternandole di colore.
Con il cutter tagliamo le parti di bianco che eccedono dal nuovo rotolino creato e a questo punto il nostro salmone è pronto!

Passiamo all’avocado!
Per fare questo avremo bisogno del fimo giallo e verde. Con il giallo creiamo un rotolino mentre con il verde una sfoglia che avvolgerà il nostro rotolino. Anche in questo caso tagliamo la parte di verde in eccesso. Lavoriamo il rotolino in modo che la parte gialla aderisca bene con quella verde.

Per fare la zucca kanpyō ci basterà una strisciolina di fimo color marrone.

Prendiamo poi due porzioni abbondanti di fimo di colore bianco e nero e le stendiamo con l’aiuto del roller, lasciando la parte bianca più spessa, perché formerà il riso, e la nera più fina perché formerà l’alga nori.

A questo punto uniamo il salmone, l’avocado e la zucca e avvolgiamo il tutto con la parte bianca, formando un rotolo. Avvolgiamo infine il tutto con la sfoglia di fimo nero e lavoriamo la creazione ottenuta in modo che le parti interne aderiscano bene.

Tagliamo il rotolo in più parti per ottenere più futomaki, nel frattempo ricaviamo da una strisciolina bianca tanti chicchi di riso che appoggeremo sulla superficie bianca dei nostri sushi. Per non farli scollare dopo la cottura, possiamo passare prima sulla superficie una pennellata di fimo liquido.

Prendiamo un gancetto e lo inseriamo nel mezzo.

COTTURA
Avvertenze: non usare lo stesso forno con cui si cucina. È preferibile usarne uno ventilato, posto in un ambiente all’aperto.

Utilizziamo la carta forno per evitare che il nostro sushi si attacchi durante la cottura. Cuociamo a temperatura non superiore a 130° per non più di 8 minuti.
Terminata la cottura, lasciamo raffreddare e stendiamo la vernice lucida su tutta la creazione.
Il nostro futomaki è pronto!

Questo è solo un esempio di sushi fatto in fimo ma con lo stesso procedimento se ne possono creare altri tipi. Ad esempio nel caso vogliate creare degli uramaki (dove il riso è all’esterno e l’alga interna) basterà invertire gli ultimi passaggi e avvolgere il rotolo finale con la parte bianca piuttosto che con quella nera.

Inoltre se fatti più piccoli questi sushi si adattano bene anche per diventare orecchini o da inserire in vassoi in fimo per creare dei sushi set nella versione di sfiziosi portachiavi!

Se invece la manualità non è il tuo forte ma vorresti comunque avere uno di questi gustosi accessori, trovi i miei già pronti nel mio negozio online!

Se ti è piaciuto fare questa creazione, ne trovi altre ispirate al Giappone in questo video!

Video a cura di Emilio Mantova

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Come creare una bambola giapponese in pasta polimerica

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In questo tutorial scopriremo come creare una bambola giapponese in pasta polimerica o fimo, da sfoggiare come ciondolo o da esporre come statuetta frutto della propria manodopera e del proprio ingegno e impegno!

Questa bambola prende ispirazione dalle rinomate kokeshi こけし, le tradizionali bambole giapponesi in legno, rappresentate convenzionalmente in maniera stilizzata, senza gambe né braccia e ritenute di buon auspicio contro la cattiva sorte. Sono per cui l’oggetto ideale da regalare a persone speciali come portafortuna, a maggior ragione se fatte con le proprie manine!

Vediamo ora di cos’abbiamo bisogno:

MATERIALI

  • Fimo Soft (molto più maneggiabile e setoso, ci consente di lavorare la nostra creazione con più facilità, senza fare troppa fatica per ammorbidirla)

STRUMENTI

  • roller o un piccolo mattarello
  • cutter
  • strumento a punta (va bene anche uno stecchino!)
  • gancetto (ci servirà per creare il nostro ciondolo)
  • vernice lucida per fimo (per dare maggior brillantezza alla nostra opera d’arte!)

Creare una bambola giapponese sarà molto più semplice con l’aiuto di questo video tutorial.

Video a cura di Emilio Mantova

PROCEDIMENTO
Seguendo il tutorial nel video, prendiamo un pezzetto di fimo color carne e lo lavoriamo fino a farne una pallina.
Stendiamo con il roller due strisce sottili e ne facciamo una finissima a mano.
Posiamo la pallina sopra la prima striscia più lunga e facciamo aderire il nero intorno alla pallina.

Con l’aiuto del cutter facciamo la frangia a un lato della seconda striscia e la aggiungiamo sopra la pallina fino a farla aderire completamente. Tagliamo le parti di nero che sono in più.
Dalla strisciolina più sottile ricaviamo due occhi.
Prendiamo la faccia della bambolina e con l’aiuto di uno strumento a punta facciamo due scanalature nei punti dove aggiungeremo gli occhi.

Inseriamo gli occhi con lo strumento a punta.
Prendiamo un pezzo di fimo rosso e lo lavoriamo per creare il resto del corpo.
Prepariamo uno strato sottile di fimo color carne, un rotolino di fimo bianco, un rotolino di fimo verde e una striscia sottile e lunga di fimo verde.

Poggiamo la parte color carne (il collo) sopra la parte rossa, inseriamo intorno ai bordi del rosa il rotolino bianco (il colletto del kimono), intorno al bianco il rotolino verde (i bordi del kimono) e infine aggiungiamo la striscia lunga e sottile verde (l’obi – cintura del kimono).

Prendiamo un gancetto e lo inseriamo all’interno della testa.
Infine uniamo testa e kimono con il resto del gancio.

COTTURA
Avvertenze: non usare lo stesso forno con cui si cucina. È preferibile usarne uno ventilato, posto in un ambiente all’aperto.

Utilizziamo la carta forno per evitare che la bambolina si attacchi durante la cottura. Cuociamo a temperatura non superiore a 130° per non più di 8 minuti.
Terminata la cottura, lasciamo raffreddare e stendiamo la vernice lucida su tutta la bambolina.
La nostra bambolina è pronta!

Se ti è piaciuto fare questa creazione, ne trovi altre ispirate al Giappone in questo video!

Video a cura di Emilio Mantova

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Origami e arteterapia: un passatempo prezioso contro stress e ansia

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In questo articolo scoprirai come l’origami sia un prezioso passatempo, un’arteterapia per svuotare la mente e annullare le ansie, un gioco antico che può rivelarsi un antistress naturale per affrontare anche le lunghe giornate durante la pandemia.

L’arte
, in qualsiasi sua forma, ha il grande potere di essere al tempo stesso antidoto e valvola di sfogo, nutre la nostra mente di cose belle, libera l’eccesso di energia che altrimenti sfocerebbe in ansia o rabbia, è in tutte le sue forme la terapia migliore per affrontare una crisi, soprattutto una grossa crisi come quella che stiamo vivendo.

Fra tutte le arti, l’origami ha un grande potere terapeutico, molto simile alla meditazione perché ci consente di restare concentrati sulla figura che stiamo creando, e la concentrazione allontana i pensieri, sposta la nostra attenzione su un piano creativo.

Prima di vedere tutti i benefici di questa antica arte e scoprire qualche semplice tutorial da fare in casa, facciamo un salto indietro nel tempo per arrivare alle sue origini e al suo più profondo significato.

L’arte giapponese di piegare la carta, nasce quasi un millennio e mezzo fa ma riesce a svilupparsi in Italia solo negli ultimi cinquant’anni.
Così come fu per molti aspetti della cultura giapponese importati dalla Cina, come la scrittura o gli abiti per fare qualche esempio, anche la carta e le prime forme di piegatura sono di origine cinese.

Furono però i giapponesi a rendere la carta sempre più morbida e resistente utilizzando il riso e a rendere soprattutto l’origami un’arte piena di significato. La parola origami infatti è giapponese ed è composta da due termini: ori dal verbo oru 折る “piegare” e kami 紙 (la “k” diventa “g” all’interno di parola) che significa “carta“. Ma la lingua giapponese è ricca di omofoni, parole dallo stesso suono, ed ecco che quindi kami scritto con un altro ideogramma 神 significa anche “divinità. Questo lega in modo imprescindibile l’origami alla religione, alla ricerca del Divino, ne consacra il suo valore.

L’origami stesso attinge a un concetto molto caro alla filosofia orientale: nulla si crea, tutto si trasforma. Un processo in continuo divenire per creare qualcosa di diverso e superiore.

Perché iniziare a fare origami?

Sono diversi i benefici che si ricavano dal fare origami, sia per gli adulti che per i bambini. L’origami infatti si presta come gioco educativo per i più piccoli e come hobby meditativo per i più grandi.

Gli origami:

  • aiutano a sviluppare il proprio pensiero creativo;
  • contribuiscono allo sviluppo della propria autostima, perché si crea qualcosa di unico e sorprendente con le proprie mani;
  • nei bambini migliorano la capacità di apprendimento della geometria: quando si crea una figura si passa nella creazione delle principali forme geometriche;
  • esercitano la memoria: bisogna ricordarsi la sequenza di pieghe se si vuole rifare l’oggetto in futuro;
  • sono utili per coltivare la virtù della pazienza;
  • aiutano a rilassarsi e a concentrarsi: quando le mani sono occupate a piegare, non si pensa ad altro;

Video tutorial

Durante la pandemia siamo stati costretti a stare in casa, o a volte non abbiamo il tempo di spostarci e dedicarci a un hobby, oppure può capitare di voler trovare un modo per intrattenere i propri figli o nipoti. Possiamo allora provare ad abbellire le nostre giornate creando qualche figura. Queste che seguono sono molto tradizionali e hanno un loro preciso significato, utile da conoscere qualora in futuro voleste regalarle!

GRU

L’origami della gru è quello più ricco di significati, simbolo di lunga vita, di salute e dopo i bombardamenti atomici avvenuti in Giappone, anche simbolo di pace.

Esiste la leggenda secondo cui chiunque pieghi mille gru vedrà i desideri del proprio cuore esauditi.

L’aneddoto più noto legato a questa tradizione è quello di Sadako Sasaki, una bambina esposta alle radiazioni della bomba atomica di Hiroshima e per questo malata di leucemia. La bambina iniziò allora a piegare le mille gru, ma morì prima di riuscire a portare a termine la propria opera: le venne eretta una statua nel Parco della Pace di Hiroshima che raffigura una ragazza in piedi con le mani aperte ed una gru che spicca il volo dalla punta delle sue dita.
Ogni anno questo monumento è adornato con migliaia di corone realizzate da mille gru.

Foto © Lucia Cinconze

RANA SALTERINA

Anche la rana è uno degli origami più tradizionali, un gioco divertente con cui intrattenere i bambini.
Il termine giapponese con cui viene indicata è kaeru, che significa non solo “rana” ma con un ideogramma diverso anche “ritorno a casa“. Questo fa sì che la figura venga ritenuta una sorta di portafortuna da regalare a tutti coloro che stanno per intraprendere un lungo viaggio, per un felice ritorno a casa. 

FARFALLA

L’origami della farfalla è invece associato ai matrimoni. Durante le cerimonie nuziali era usanza, e lo è tutt’oggi, attaccare delle farfalle di carta alle coppe di sake con le quali gli sposi brindano alla felicità della loro unione. Queste farfalle di carta avevano un profondo significato augurale e la loro preparazione era considerata un grande onore, solitamente riservato ai parenti più stretti degli sposi.

SCATOLA (MASU BOX)

Questo modello di scatola è un esempio di origami modulare in cui due o più modelli sono assemblati per formare un unico insieme decorativo. Il modello deriva dal masu, la scatola tradizionale giapponese in legno, che nell’antichità veniva utilizzata come misura per una porzione di riso. Successivamente è stata usata come bicchiere per sake.

Se seguendo questi video tutorial hai trovato delle difficoltà, puoi provare a realizzare qualche figura sotto la guida di un’insegnante. Dai un’occhiata a questi corsi di origami.

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Hinamatsuri

Festa delle bambole o delle bambine

L’Hinamatsuri 雛祭り è una festa molto importante in Giappone, dedicata alle bambine o alle bambole e celebrata il 3 marzo per augurare bellezza e salute a tutte le fanciulle.

Questa festa ha origine antiche, risale infatti all’inizio dell’epoca Heian (794-1185) la credenza che le bambole potessero catturare le energie negative togliendole alle bambine. Una sorta di amuleti a cui le famiglie giapponesi ricorrono ancora oggi. Nelle loro case infatti viene allestito un altarino con un insieme di bambole che rappresentano la corte imperiale giapponese (dette hinaningyō) alle quali vengono donati dolci e sake con lo scopo di allontanare la sfortuna dalle bambine.

Anticamente le bambole erano create di carta in origami e lasciate andare su delle barchette lungo il fiume, poi furono sostituite da quelle in stoffa e porcellana.

himatsuri festa

immagine presa dal web


Io mi sono limitata a riprodurle in origami, ed ecco qui l’imperatore e l’imperatrice giapponesi!

hinamatsuri festa delle bambine in origami

Cosa si mangia durante questo giorno?

amazake hinamatsuri
immagine presa dal web

La bevanda protagonista di questa festa è l’amazake 甘酒, che letteralmente significa “sake dolce”, da 甘い amai “dolce” e sake, di cui è la sua versione analcolica.

Insieme all’amazake vengono serviti salatini di riso chiamati arare あられ, letteralmente “grandine” perché ricordano simili palline, insaporiti con salsa di soia, mentre il dolce tipico della giornata è l’hishimochi 菱餅, formato da tre strati di riso, ognuno con un colore e significato diverso: il verde rappresenta la terra e la salute, il bianco la neve e la purificazione, e infine il rosa i fiori di pesco e la buona sorte.

Tutti e tre i colori rappresentano il fiorire della primavera, quando la neve sciogliendosi lascia spuntare l’erba che si prepara ad accogliere i fiori.

hishimochi hinamatsuri
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