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Umi no hi – Giorno del mare in Giappone

Umi no hi, 海の日, significa giorno del mare in Giappone, ed è di solito celebrato il terzo lunedì di luglio come festa nazionale con cui si ringrazia l’oceano per i suoi doni e si augura prosperità al Giappone.

Umi in giapponese significa appunto “mare”, una fonte preziosa per un arcipelago come il Giappone, circondato dall’acqua da cui trae beneficio per gli innumerevoli prodotti marini.

La festa deriva da un viaggio intrapreso dall’Imperatore dell’epoca Meiji nel 1876, l’allora sedicenne Matsuhito, all’interno della nave Meiji-Maru fatta costruire apposta due anni prima per ispezionare il Giappone dal nord est del Tohoku fino a Yokohama. Il viaggio terminò il 20 luglio dello stesso anno e nel 1941 venne proposto di commemorarne il ricordo attraverso l’Anniversario del Mare (海の記念日 umi no kinenbi).

Fu solo nel 1996 che però il giorno divenne una Festa Nazionale assumendo il nome di Giorno del Mare.

Fino al 2003 la festa è stata celebrata sempre il 20 luglio, dopodiché è passata al terzo lunedì di luglio grazie al sistema legislativo chiamato Felice Lunedì, nato con lo scopo di trasferire alcune festività al lunedì creando così weekend lunghi.

Come trascorrono i giapponesi il Giorno del Mare?

Questo giorno coincide con l’inizio delle vacanze estive e la fine della stagione delle piogge, chiamata tsuyu 梅雨, per cui molte persone approfittano di questa festa per andare al mare.
Dal 20 al 31 luglio si apre in Giappone anche la Stagione Marina (Umi no shunkan 海の旬間), periodo con un calendario ricco di eventi, spettacoli e mostre a tema marino!

Il Giorno del Mare nel 2020 e 2021

Come scritto all’inizio di quest’articolo il giorno è sempre stato festeggiato il terzo lunedì di luglio, ma nel 2020 è stato spostato a giovedì 23 luglio per supportare le Olimpiadi che sarebbero dovute iniziare poco dopo. Spostati i giochi olimpici al 2021, la festa è rimasta al 23 luglio e anche nel 2021 sarà spostata a giovedì 22 luglio per regalare un giorno di festa in più in prossimità delle Olimpiadi.

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La ragazza del convenience store. Sfida ad una società omologata

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A trentasei anni anch’io ho celebrato il mio diciottesimo anniversario come commessa di quel konbini. Nessuno dei miei colleghi dell’epoca del training lavora ancora con me. Nel frattempo si sono avvicendati ben otto responsabili. I prodotti negli scaffali sono completamente diversi rispetto a diciotto anni fa. Ma io continuo a stare nello stesso posto senza mai cambiare, come prima, come sempre.

La ragazza del convenience store è un libro della giovane Murata Sayaka, edizioni e/o (2018 – traduzione di Gianluca Coci), un romanzo leggero e anticonvenzionale che affronta la ricerca del proprio posto nel mondo con tutta la pressione sociale che consegue a certe scelte giudicate anomale.

Quasi tutta la narrazione si snoda all’interno di un convenience store, termine inglese che significa “negozio di comodità”, in Giappone noto soprattutto come konbini コンビニ dall’abbreviazione della traslitterazione dall’inglese konbiniensu sutoa コンビニエンスストア, negozio di vendita al dettaglio aperto ventiquattro ore su ventiquattro tutto l’anno, senza interruzione.

Trovare nella comfort zone il proprio posto nel mondo

La nostra protagonista, Keiko, alter ego della scrittrice, veste i panni di una trentaseienne abitudinaria, single, commessa part-time da 18 anni all’interno dello stesso convenience store, dove, a dispetto del parere di colleghi e parenti, sembra aver trovato il suo posto tra gli ingranaggi del mondo. Solo qui, infatti, e in nessun altro luogo, sente di funzionare come una persona “normale”. Ma questo per la società in cui vive, e in cui viviamo, non si addice ad una persona della sua età, che non ha ancora uno status sociale solido, senza un vero lavoro (quindi full time), né un marito.

La frustrazione di far parte di una società omologata, dove chi segue le proprie passioni viene visto come diverso, se queste non conducono a risultati di successo, si avverte fin dalle prime pagine, dalle domande scomode e dalle risposte vaghe.

Come affronterà Keiko tutto questo e quali saranno le scelte che farà? Si lascerà influenzare da una società che ci vuole tutti uguali, sposati, ed economicamente stabili, o preferirà seguire quello che in giapponese si può definire come il proprio ikigai, la sua ragion d’essere, ciò che le viene spontaneo essere e fare al di là delle regole?

L’incontro con Shiraha, coetaneo disoccupato estremista e sessista, la spronerà a tentare un salto al di là della sua comfort zone per avvicinarsi all’idea di un’esistenza socialmente accettata ma non davvero voluta.

“So bene che per una persona della mia età non è normale essere single e non avere un impegno full-time. Mia sorella me lo ha ripetuto un miliardo di volte.”

Perché leggere “la ragazza del convenience store”?

Ecco qui tre punti che possono incuriosire e portare a leggere questo libro:

  1. ROMANZO ANTICONFORMISTA
    Non è difficile identificare il target di questo romanzo nei millennials ma non solo, che si ritrovano in una situazione simile, cercando a fatica il loro ruolo nella società, allontanandosi da schemi di vita preconfezionati. Immedesimarsi con la protagonista non sarà complicato e si apprezzerà ancora di più la lettura. 
  2. COMFORT ZONE
    Quella zona di conforto, protettiva e sicura, perché conosciuta, è una situazione che può accomunare molte persone che troveranno in questo libro l’importanza di uscirne per imparare ad accettarsi per ciò che si è.
  3. MURATA SAYAKA
    Murata Sayaka, classe 1979, debutta come scrittrice nel 2003 e già con i primi racconti si guadagna diversi premi letterari, fino a conquistare l’ambito premio Akutagawa nel 2016 con la ragazza del convenience store, ispirato alla sua reale storia di commessa all’interno di un konbini.
    Immaginare che l’autrice stessa abbia vissuto alcune delle vicende narrate è bizzarro e merita sicuramente una lettura!

Dove acquistarlo?

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Finché il caffè è caldo: 3 ottimi motivi per cui leggerlo

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C’erano tre grossi orologi antichi da parete nel caffè, ma le lancette segnavano tutte orari diversi. Era fatto apposta, oppure erano semplicemente rotti? I clienti alla prima visita non lo capivano mai, ed erano immancabilmente costretti a guardare il proprio orologio.

Finché il caffè è caldo è il romanzo di esordio di Toshikazu Kawaguchi, edito da Garzanti (2020 – traduzione dall’inglese di Claudia Marseguerra), una magica e intensa lettura che scorre limpida e veloce, segnata da un tempo fantastico ed evocativo che ricorda l’incanto dei film di Hayao Miyazaki.

Nel titolo c’è la sintesi di tutto, quasi una formula magica che descrive l’intero romanzo nella sua semplice complessità. Le storie commoventi dei personaggi si intrecciano benissimo nella loro cornice di vita quotidiana ma al tempo stesso particolare. Personaggi che ci vengono descritti così genuinamente che alla fine del libro sembra di conoscerli.

Una caffetteria senza finestre dove manca il senso del tempo, una sedia per lo più occupata da un personaggio arcano e spettrale, un caffè destinato a rimanere caldo e un’irritante sfilza di regole sembrerebbero essere  gli ingredienti che bastano per essere felici.

Ma cos’ha di tanto speciale questa caffetteria?
Permette di viaggiare nel tempo, di scegliere giorno e ora e rivivere determinati momenti della propria vita. Non tutti però se la sentono di sfidare questi confini spazio-temporali proprio perché obbligati a rispettare determinate norme. Tra tutte spicca quella che dà il titolo all’intero romanzo, la regola di tornare nel presente con il caffè ancora caldo.

“Il caffè aveva acquisito una certa fama, con lunghe code ogni giorno, grazie alla storia dei viaggi nel tempo. Ma per colpa delle rigide regole da seguire non si riusciva mai a trovare nessuno che fosse davvero tornato nel passato.”

In questo scenario magico, Toshikazu Kawaguchi esalta l’importanza dei rapporti umani, focalizzando l’attenzione sulle loro sfaccettature, dal rapporto tra innamorati a quello tra marito e moglie, dalla relazione tra sorelle a quella tra madre e figlia. Al tempo stesso l’autore spinge a riflettere sul valore di ogni singolo momento, su quanto sia importante a volte cogliere le opportunità che la vita ci offre e per cui il tempo non sempre ci darà una seconda possibilità.

Perché leggere “finché il caffè è caldo”?

Ecco 3 motivi per cui quindi dovreste inserirlo immediatamente all’interno del vostro bagaglio letterario:

  1. ROMANZO MAGICO
    Se cercate una lettura leggera ma al tempo stesso incantevole e delicata, che vi faccia sognare ad occhi aperti, sceglietelo e non ve ne pentirete!
  2. CARPE DIEM
    Se avete anche solo per una volta sognato di tornare indietro nel tempo e cambiare qualcosa, una parola non detta o di troppo, cogliere quel momento che invece avete perso, rivedere persone perdute, vi appassionerete alle vite di questi personaggi.
  3. TOSHIKAZU KAWAGUCHI
    Toshikazu Kawaguchi con questo romanzo ha vinto il Suginami Drama Festival oltre a vendere più di un milione di copie in tutto il mondo. Non male per essere il suo romanzo d’esordio.
    Per cui vale la pena scoprirne il motivo!

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L’isola dei senza memoria: 5 motivi per cui leggerlo

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In questa stanza sono conservati tutti i ricordi, giusto? Lo smeraldo, la cartina, la foto, il romanzo, tutto. Questo luogo è il fondo della palude del cuore. L’ultimo posto dove i ricordi approdano.

L’isola dei senza memoria di Yoko Ogawa, edito da Il Saggiatore (2018 – traduzione di Laura Testaverde), è un inno al valore della memoria con le conseguenze inquietanti che derivano dalla sua perdita. Una fiaba allegorica sull’importanza della letteratura, strumento salvifico nelle mani della protagonista, una giovane scrittrice in grado di conservare e tramandare i ricordi, le storie, gli oggetti che stanno lentamente scomparendo, all’interno di uno scenario apocalittico, raccontato con la delicatezza che contraddistingue l’autrice. 

Un nascondiglio, rappresentato dalla stanza sotto la botola dell’appartamento dove vive la nostra eroina, è il solo luogo dove si nascondono i ricordi perduti, qui custoditi e irraggiungibili dalla polizia segreta che ne dà la caccia. All’isola dei senza memoria, infatti, non è consentito mantenere intatti i ricordi e a poco a poco tutto sembra destinato a scomparire, fluttuando nell’aria surreale di un luogo non ben identificato ma che possiamo facilmente immaginare. Oggetti, profumi, libri, uccelli, si dissolvono progressivamente dalla mente di quasi tutti gli abitanti, sostituiti da vuoti incolmabili.

“Si trattava di oggetti scomparsi dalla memoria ormai da lungo tempo, di cui noi stessi non avremmo saputo dire il nome né spiegare la funzione.”

In questo scenario drammatico la neve, con il suo soffice mantello bianco, diventa l’unica certezza, l’unica cosa che sembra non sciogliersi mai, speranza e garanzia che avvolge ogni cosa.

Perché leggere l’isola dei senza memoria?

Ecco a voi una lista di 5 motivi per cui dovreste inserirlo immediatamente all’interno del vostro bagaglio letterario:

  1. ROMANZO FANTASCIENTICO
    Se amate i romanzi di fantascienza ben scritti, coinvolgenti, adrenalinici e pieni di suspence, questo è il romanzo che fa al caso vostro. 
  2. ROMANZO DISTOPICO
    Se in particolare della fantascienza amate quella che pone domande scomode, che fa riflettere sul futuro non idilliaco dell’umanità, apprezzerete a dismisura questa lettura. Un’opera misteriosa e cupa che assume i toni di una puntata di Black Mirror, tenendoci appesi fino all’ultima parola, scritta in un’equilibrata miscela di ansia, nostalgia e curiosità.
  3.  ROMANZO NOSTALGICO
    I cuori malinconici (e mi metto anch’io in questa categoria, rientrando comunque anche nelle altre :-), gli animi che tendono a rivolgere lo sguardo spesso al passato, troveranno quest’opera un affascinante manifesto dei loro sentimenti. Un luogo dove riconoscersi e sentirsi legittimati nelle proprie emozioni. 
  4.  ANALOGIE CON IL ROMANZO CECITÀ DI JOSÈ SARAMAGO
    Se amate i romanzi di Saramago, in particolare Cecità, sappiate che quest’opera è molto simile, con la differenza che qui a colpire non è un male fisico bensì il potere delle autorità.
  5.  YOGO OGAWA
    Yoko Ogawa è una delle più importanti scrittrici giapponesi contemporanee. Ha vinto vari premi letterari giapponesi come il premio letterario Akutagawa con l’opera “La gravidanza di mia sorella” e vale la pena avvicinarsi alla sua scrittura.

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